THE CARE, 2018 | 2′ 38”
La cura dell’altro. Sia quando ci presentiamo alla vita sia quando ci affidiamo alla morte.
The care of the other one. Both when we present ourselves to life and when we entrust ourselves to death.
IN ASCOLTO / LISTENING , 2018 | 2’43”
La condizione di sordità non preclude l’ascolto più intimo del proprio corpo che vibra. Ed è come ascoltarsi per la prima volta.
per gentile concessione di Vera De Tina
The condition of deafness does not preclude the most intimate listening of one’s vibrating body. And it’s like listening for the first time
by courtesy of Vera de Tina
WHY?
Noi siamo l’inquietudine dell’essere. Siamo noi che irrompiamo in questo silenzio della natura, delle stelle, degli animali, delle piante con un grido che è una domanda di senso.
We are the being disquietude.We are the ones who break into this nature, stars, animals, plants’ silence with a scream, which is a question of sense.
VOCI (WORK IN PROGRESS)
QUANDO CI SARA’ QUALCUNO IN GRADO DI SORREGGERMI / WHEN THERE WILL BE SOMEONE ABLE TO SUPPORT ME, 2016 | 4’04”
Tutte le sere, prima di addormentarsi, la Francesca si sdraia vicino a me e mi fa una serie sempre uguale di domande; mi chiede se domani andrà a scuola, se Chicco è a nanna, dov’è Giai, cos’è questo o quel rumore,…ma questa sera mi ha messo la sua manina sulla fronte e mi ha chiesto se ho male. Me l’ha ripetuto più volte ed io ho sempre risposto di no. Così pensavo, chissà, a neanche tre anni, cosa ne sa lei del male, cosa intende per male. Avrà voluto chiedermi se ho la febbre. Non sa che, come tutte le persone, mi porto dentro piccoli e grandi dispiaceri, delusioni, tristezze,….mi sento tutta fracassata, ma sto in piedi. Crollerò un giorno, sicuramente, quando ci sarà qualcuno in grado di sorreggermi. Per gentile concessione di Susanna Corberi
Every night, before going to sleep, Francesca lays next to me and asks me always the same series of questions; she asks me if tomorrow she is going to school, if Chicco is sleeping, where Giai is, what is this or that noise,… But this night she put her little hand on my forehead and asked me if I was sick. She repeated it several times and I have always answered I was not. Thus I thought, how could she, who is not even three years old, know something about being sick, and what does she mean by sick. She probably wanted to ask if I had a fever. She does not know that I, as all the people, carry little and big grieves, letdowns, sadness inside… I feel like I am all crashed, but still on my feet. I will collapse one day, for sure, when there will be someone able to support me. By courtesy of Susanna Corberi
TEMPO DI LETTURA 1938 – 2015 / READING TIME 1938 – 2015, 2016 | 48’’
mio padre
my father
DIPENDENZA SENSIBILE (alle condizioni iniziali)/ SENSITIVE ADDICTIONS (to initial conditions), 2016 | 3’05”
“Dipendenza sensibile alle condizioni iniziali” è la teoria del caos.
Ogni configurazione di un sistema caotico è arbitrariamente vicina ad un’altra con una traiettoria futura completamente diversa.
Ognuno di noi vorrebbe lasciare un segno in questa terra. Pochi ci riescono veramente.
Gli altri sono comunque condannati a lottare e a combattere incessantemente per i loro valori in cui credono producendo una quantità di energia che non si disperde ma che è in grado “solo” di muovere una foglia, far scendere una goccia, sgretolare una parete rocciosa…
“Sensitive addiction to initial conditions” is the theory of chaos.
Each configuration of a chaotic system is arbitrarily nearby another one, with a completely different future trajectory.
Each one of us would like to leave a mark on this Earth. Few can actually do it. The others are damned, anyway, to fight and struggle unceasingly for the values they believe in by producing an amount of energy that does not disperse itself, but is “just” able to move a leaf, to shed a drop, to crumble a rocky wall…
CHALLENGE, 2016 | 2’40”
Vuole essere una metafora sul conflitto generazionale. Una linea bianca demarca il territorio. Due uomini si sfidano.
L’unica soluzione per invadere lo spazio è conquistarlo tentando di scalzare il vecchio per il nuovo. Ma è un conflitto senza soluzione.
It wants to be a metaphor regarding the intergenerational dispute. A white line demarcates the ground. Two men challenge to each other.
The only solution to invade space is to conquer it by tempting of baring the roots of the old for the new. But it is a conflict without a solution.
AUTOINTERVISTA, 2016
quattro domande a Elisabetta Di Sopra
-come nasce il tuo lavoro?
fare l’artista non prescinde dalla quotidianità, almeno per me. Del resto i miei lavori attingono dalla quotidianità. E’ come una necessità, nel senso che facendo la videoartista sento l’urgenza di vedere i miei pensieri, e di vederli proiettati fuori di me per poi renderli fruibili anche agli altri.
– indica il processo che porta alla creazione
non ho un metodo particolare nel procedere. Spesso sono delle immagini mentali, delle esperienze personali che mi suggeriscono come procedere. Hanno una componente emotiva molto forte per me anche se poi cerco di prenderne le distanze. Riuscire a fare l’artista ti permette di essere libera.
– Cosa fai e come organizzi il tuo spazio fisico e mentale, come ti prepari?
Credo che sia necessario avere una certa permeabilità rispetto agli altri. Questo comporta a sentire di più, ad avere le antenne più sviluppate ma anche a soffrire di più. C’è una certa ipersensibilità… le cose non ti scivolano addosso, ma … ti penetrano e ti lasciano un segno. Ed è per questo che c’è questa urgenza di elaborarle e di buttarle fuori… Probabilmente ha un effetto anche terapeutico l’arte, un modo anche per rivedere le tue emozioni i tuoi stati d’animo in un modo anche più oggettivo vedendoli da fuori. Ha un valore catartico, liberatorio e poi è un atto di generosità verso gli altri perché è un voler condividere le tue emozioni le tue esperienze anche con gli altri.
– come ti metti a lavorare?
La video arte non mi da da vivere. Io faccio dell’altro. Sono grafica, organizzo eventi, lavoro per un’associazione culturale a Venezia ( La Fabbrica del Vedere). Ma forse va bene così. Se ci fosse la componente economica credo di non poter essere libera di esprime le mie emozioni e le mie idee come lo posso fare ora. Protagonista dei miei video sono io. Del resto non potrebbe essere diversamente. Il corpo è lo strumento d’espressione privilegiato nei miei lavori, diventa una metafora del nostro essere al mondo e quindi la videoarte come la musica, come la danza, è un gesto leggero che in realtà materializza il nostro sentire. Delle volte mi avvalgo di performers, di attori non professionisti, mi piace che mantengono quella freschezza quella genuinità che non è dettata dall’atto recitativo. Ed è molto interessante anche entrare nel ruolo della regista dei propri lavori perché li vedi concretizzare. Difficilmente ci sono dialoghi nei miei video. E’ il corpo che parla attraverso dei gesti minimali che si caricano di senso.
TEMPORARY, 2013 | 5’00’’
una casa dove spariscono uno dopo l’altro i mobili, che si svuota di tutto, compresa della padrona di casa.
Casa e figura umana restano entrambe nude, perdendo ogni traccia della memoria di sé e della propria identità.
In a house disappear one after the other and the furniture is emptied of everything, including the owner of the house.
Home and human figure are both naked, losing all traces of the memory of himself and his own identity.
DUST GRAINS, 2014 | 3’32’’
I ricordi lontani, quelli dell’infanzia sono come granelli di polvere negli occhi…
Distant memories, those of childhood, are like dust grains in the eyes ….
ATTO PRIMO / FIRST ACT, 2014 | 4’28’’
L’origine del bacio è forse un gesto primordiale atto a nutrire la prole facendo passare da bocca a bocca il cibo pre-masticato.
The origin of kissing is probably a primordial gesture with the purpose of feeding the words, passing from mouth to mouth pre-chewed food.
CON_TATTO / CON_TACT, 2012 | 1’30’’
Quando l’affetto è complicità, la partecipazione è totale.
When affection is complicity, participation is total.
REACTION, 2013 | 3’10’’
Nasce da una riflessione sulla nostra condizione umana: la costante ricerca dell’equilibrio. A noi non resta che escogitare continuamente nuove strategie di sopravvivenza per non “cadere”.
It comes from a reflection on our human condition: the constant research for equilibrium. To us it lasts nothing that excogitate new strategies for surviving, not to falling, over and over again.
L.O.V.E., 2014 | 1’41’’
Lettura tattile. La prima conoscenza del mondo avviene attraverso la bocca.
Tactile reading. The first knowledge of the world is done through the mouth.
IMPERMANENZE / IMPERMANENCES, 2013 | 6’05’’
Il corpo come mimesis dello spazio. E se le posture sono precise ed eleganti, il luogo è senza tempo.
The body as space mimesis. And if the postures are precise and elegant, the place Is timeless.
FAMILY, 2012 | HD | 4’38’’
All’interno delle dinamiche familiari uno diventa l’ostaggio dell’altro. Una contesa reciproca, dove la famiglia che dovrebbe essere un nido rassicurante diventa una gabbia che imprigiona.
Inside the family dynamics, one becomes hostage to each other. A reciprocal dispute, in which family, that should be a reassuring nest, becomes an imprisoning cage.
SUGAR DEAD, 2010 | DV PAL | 2’40’’
In sé il corpo nutre. Nutre offrendo la prima colazione del mondo al nuovo nato, all’amato donandosi, alla madre terra ritornando. Sugar dead è un’opera che nasce da una riflessione sulla morte, sul significato del dono e dell’offerta. E’ una scultura effimera realizzata interamente in zucchero, pensata per essere consumata dalla e nella natura. Un corpo che ha finito di desiderare e di esse- re desiderato e che ora viene contemplato nella sua offerta ultima. Non c’è dramma, ma dolcezza in questo gesto: il candore dello zucchero con i suoi cristalli edulcora l’idea del disfacimento facendo ripartire il concetto stesso di una natura che morendo, crea le premesse di una rinascita.
In its within, the body feeds. It feeds offering the first world’s breakfast to the new born, to the lover giving itself, to the mother land coming back. Sugar dead is a work coming from a reflection on death, on the meaning of the gift and the offer. It is an ephemeral sculpture entirely realized of sugar, thought to be consumed from and into the nature. A body that finishes to desire and to be desired, and now is contemplated in its last offer. There is no drama, but sweetness in this gesture: the candor of sugar, with its crystals, sugarcoats the idea of decay making the concept of nature itself leave again that, by dying, creates the premises for a reborn.
Laboratorio di scultura per la vidoeinstallazione Sugar Dead | Accademia di Belle Arti di Venezia, 2010
SOMNIUM COLEOPTERAE, 2013 | 2’33’’
E’ un gioco dove si sintetizzano immagini e fantasie caleidoscopiche assieme a danzanti metamorfosi kafkiane.
It is a game where images and kaleidoscopic fantasies synthetize themselves, along with a kafkian dancing metamorphosis.
AQUAMATER, 2012 | 1’30’’
L’acqua, fonte di vita che viene restituita a chi l’ha donata.
A mother and a daughter, a very simple gesture, the one of the daughter who, letting some water dropping from her mouth to her mother’s, symbolically gives back her the life she received.
APPARENZE / APPARENCES, 2009 | 1’40’’
Il corpo femminile, protagonista evanescente ed effimero. La sua forza e la sua fragilità, richiama l’inesorabile illusione dell’ambizione umana: la durata.
Female body, is the evanescent and ephemeral protagonist. Its strength and its fragility, revokes the inexorable illusion of human ambition: the duration.
SKIPPING, 2009 | 59’’
Il salto alla corda. Un gioco infantile che il corpo pare aver dimenticato… In un anziano, il suo corpo non è più veicolo per essere al mondo, ma ostacolo da superare per continuare a essere al mondo.
The jump rope. A childhood game that the body seems to have forgotten…
In an elder, his body is not the means to be in the world, but obstacle to overcome to continue being in the world.
STILL, 2009 | 1’03’’
Still è una pausa, uno stato di sospensione che può durare un’eternità. Come le onde del mare, il tempo futuro e quello passato si rincorrono, si riavvolgono, si ripetono all’infinito.
Still is a pause, a suspension status which can last an eternity. As sea waves, future and past times run after each other, rewind and repeat themselves perpetually.
QUOTIDIANITA’/ EVERYDAY, 2006 | 4’15’’
Il canto è un dono, un’intima concessione di sé che permette di liberarci dalla realtà contingente. Quotidianità propone la percezione di un’arte racchiusa all’interno di un corpo che si fa strumento e custode dell’opera. Nella quotidianità del luogo domestico ci si scopre coinvolti emotivamente ed inclusi nell’opera stessa.
Sing is a gift, an intimate concession of the self that let us to be free from contingent reality. Everyday it proposes the perception of an art enclosed into a body making itself the work instrument and keeper as well. In the domestic place routine we discover ourselves emotionally involved and included in the work itself.
ARIA / AIR, 2009 | 39’’
Un lenzuolo steso all’aria che si gonfia di un rumore assordante, assordante come la sua leggerezza.
A sheet spread out in the air, blows up from a deafening noise like its lightness.
CROSSING, 2009 | 2’36’’
Una nave da crociera, figure che si stagliano dallo sfondo e che appaiono inanimate. poi un flash…
A cruise, figures standing out from the background and appear inanimate. Then a flash…
MAMMA, 2010 | Super8 riversato in dvd | 33’’
la tua leggerezza…
Your lightness…
LIGHT WATER, 2009 | 2’15’’
Una bambina si diverte nella vasca da bagno a seguire il contorno del suo corpo illuminandolo con una sorgente di luce. Nel gioco pare intravedere una seppur acerba, consapevolezza di sé e della sua femminilità.
A little girl is having fun in the bath following the contours of her body, enlightening it with a source of light. In the game she seems to glimpse an unripe consciousness of herself and her womanliness.
MEMORIE PRESENTI / PRESENT MEMORIES, 2007 | 1’42’’
Il momento perfetto della comunione fra donne avviene attraverso un gesto, l’intreccio, che rimanda a tradizioni antiche e legami ancestrali. Le mani diventano così sineddoche e mezzo di amplificazione del messaggio. Il filo, l’intreccio, raccontato come simbolo della vita, Passato e Presente, nostalgia e speranza si incontrano.
The perfect moment of communion among women happens through a gesture, the bind, that remands to ancient traditions and ancestral bonds. The hands becomes synecdoche and a means to amplify the message. The string, the bind, described as symbols of life, past and present, nostalgia and hope encounter themselves.
IN_VISIBILI / IN_VISIBLE, 2010 | 3’15’’
ispirato alla ricorrenza dei 150 anni dell’unità d’Italia, tratta delle figure femminili dell’ ‘800, dalle eroine del Risorgimento, sempre meno note dei loro colleghi maschi.
What is essential is often invisible. It is a reflection on woman’s presence/absence in the Italian Nineteenth century history.
L’ORIGINE DU MONDE, 2011 | 1’20’’
Siamo luce nella carne…
We are light in the flesh…
FUNNY SHOW, 2009 | 54’’
I bambini ci guardano e…ridono.
Children look at us and… laugh.
VARIAZIONI MINIME / MINIMAL VARIATIONS, 2009 | 2’00’’
Il tempo si fa immagine, si fa suono.
Time becomes image, becomes sound.
LEGAMI / BONDS, 2009 | 1’30’’
Un cuore diventa luogo simbolico delle emozioni. Trapassato da un filo rosso rappresenta tutti i legami che imbastiamo con le persone che amiamo.
Ogni volta è un attentato al cuore; l’amore è inscindibile dalla sofferenza e, la condizione umana di essere vulnerabili, ci impedisce di separarli.
A heart becomes an emotions’ symbolic place. Pierced by a red string it represent every bonds we outline we our beloved.
Every time is an heart attempt; love is inseparable from suffering, and human condition to be vulnerable, prevent us to separate them.
L’ORA BLU. Le Conseguenze dell’amore. Accademia di Belle Arti di Bologna, 2014
UNTITLED, 2007 | 1’18’’
Il seno della madre non smette di gocciolare al richiamo di suo figlio. Questa situazione di privazione non ha soluzione: il bambino continua a piangere, il seno a lasciare che vada sciupato il suo prezioso contenuto. Vuole essere una riflessione sulla retorica dei buoni sentimenti che custodisce e difende l’amore materno come la forma più sacra e indubitabile delle relazioni.
The mother’s beast does not stop dripping at her son’s recall. This privation situation has no solution: the child keep on crying, the breast on letting its precious content being wasted. This wants to be a rhetorical reflection on good feelings defended and guarded by the mother’s love, as the most sacred and indubitable relationship.
WARNING!, 2008 | 2’06’’
Warning! nasce da un file corrotto, da un’immagine in movimento incomprensibile ridotta a una miscellanea di pixel che vibrano. E’ una riflessione sulla sovraesposizione d’immagine che ci porta paradossalmente ad un accecamento della visione e ad un’anestesia percettiva. E’ un viaggio su inter- net e sulla sua oscenità accessibile a tutti, come un virus che contagia con la sua morbosità appagante in nostro aspetto voyeristico.
Warning! Comes from a corrupted file, from an unintelligible moving image reduced to a vibrating pixels miscellany. It is a reflection on images’ overexposure paradoxically leading us to the vision’s blinding and a perceptive anesthesia. It is a trip on the internet and the obscenity accessible to everyone, like a virus infecting our voyeuristic aspect with its fulfilling morbidity.