“E’ davvero così necessario lasciare un segno del proprio passaggio in questo mondo?
Dopo aver camminato sulle dune del deserto del Wadi Rum in Giordania ho avvertito l’esigenza di ritornare nei miei passi di cancellarne le impronte lasciate in quel luogo. Un desiderio di vivere l’esperienza del viaggio senza necessariamente lasciare una traccia di me e del mio passaggio. Come a voler ripristinarne l’autenticità liberandolo da ogni possibile testimonianza della mia presenza. Forse è solo un goffo tentativo di riavvolgere il nastro del tempo provando a restituire l’integrità di quel luogo per coloro che lo attraverseranno dopo di me. Questa mia performance nasce come risposta alla sovrabbondanza di protagonismo che contraddistingue il nostro tempo. Di fronte ad una spasmodica sovraesposizione, dove ciò che conta è lasciare un segno di sé in questo mondo che si riduce spesso nel solo gesto di scattare e instagrammare qualsiasi cosa di sé disperdendolo nell’etere del web, sento il desiderio di fare un passo indietro. Di fare un viaggio a ritroso, di fare ritorno a …casa attraverso le mie tracce che ho lasciato e che ho opportunamente cancellato, potendo così vivere intimamente l’esperienza del mio passaggio nel rispetto del luogo che mi ha accolto. Cosa resta allora di noi se non le carezze che abbiamo dispensato e che come tracce invisibili hanno desiderato, amato, consolato, imprimendo negli altri come una plasmata cera, un ricordo indelebile di noi stessi? Senza tracce, come le impronte lasciate nel deserto, destinate a sparire, ricoperte da altra sabbia spostata dal vento che verrà. Nessuna presunzione quindi, di voler lasciare un segno del proprio passaggio che sfidi il tempo se non nel qui e ora”.
Deserto della Giordania, ottobre 2023
con la gentile collaborazione dell’amica Antonella Tormen