PIETAS, 4’52”
2018
La madrepatria piange i suoi figli morti in terra straniera.
Con la gentile partecipazione di Fiora Gandolfi
Regia di Elisabetta Di Sopra, direttore della fotografia Giovanni Andreotta, assistente operatore Andrea Corato, costumi Fiora Gandolfi, montaggio Elisabetta Di Sopra.
Con la collaborazione di Manuela Pellarin.
Non più giovane, carica dei colpi che la vita le ha assegnato, Medea è una donna afflitta che disperatamente cerca sulla spiaggia i segni della presenza dei propri figli, raccogliendo le scarpe, le vesti, i brandelli di tessuto che il mare casualmente restituisce a debita distanza temporale. Accomunata alla sorte di molte madri che hanno pianto e piangono i propri figli inghiottiti dal Mar Mediterraneo che la cronaca degli ultimi anni ci ha raccontato, Medea diventa la metafora del tormento dell’essere madre che ignora il destino dei propri figli o vive la pena della loro morte. Pietas, cui non è estranea una fascinazione pasoliniana, racconta così in forma sintetica e con una grande carica emotiva, il conflitto irrisolvibile tra caso ed aspettativa, tra la forza della vita e l’imponderabile imprevisto della morte.
Daniele Capra
L’umanità vista con gli occhi della Pietas
articolo di Francesca Brandes
CEILINGS. Medea
un’opera multimediale performativa a cura di Giovanni Carpanzano con le opere video di ELISABETTA DI SOPRA.
progetto promosso e organizzato dall’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, finanziato dalla Regione Calabria
Me DEA, 2018
ispirato al romanzo Medea VOCI di CHRISTA WOLF
con Fiora Gandolfi e Elisabetta Di Sopra.
Regia di Elisabetta Di Sopra, assistente alla regia Manuela Pellarin, direttore della fotografia Giovanni Andreotta, assistente operatore Francesco Giacomel,
fotografo di scena Ilenia Savegnago e Alberto Gerotto, trucco Caterina Fabris.