Muratcentoventidue Artecontemporanea
via G.Murat 122/b 70 123 Bari
DESERTI
Shirin Abedinirad /Elisabetta Di Sopra/Julia Charlotte Richter /Eleonora Roaro/Raeda Saadeh/Sira-Zoé Schmid
Muratcentoventidue Artecontemporanea riprende il percorso espositivo con una mostra collettiva che vede la partecipazione di sei artiste di varia nazionalità che hanno scelto di ambientare le loro opere nei deserti del nostro pianeta.
Il deserto non è un elemento soltanto naturale, è, al contempo, un luogo diverso che ha da tempo esercitato un grande fascino. La profondità metafisica di uno spazio fuori dal tempo, irriducibile alla misura dell’uomo, minimale e muto, percorso unicamente dall’inarrestabile fluire del vento, ha ispirato opere d’arte e architetture straordinarie. Surreali e spesso avvolti in un certo misticismo, questi paesaggi inospitali ma magnetici hanno da tempo fornito agli artisti lo spazio è il luogo per le loro opere.
Periodo
18 gennaio_28 febbraio 2025
Inaugurazione
sabato 18 gennaio, ore 19.30
Orari di apertura
lunedì, martedì, sabato su appuntamento
mercoledì, giovedì e venerdì dalle 18 alle 20
info
3348714094-3925985840
http://www.muratcentoventidue.com
http://www.instagram.com/muratcentoventidue_bari
“E’ davvero così necessario lasciare un segno del proprio passaggio in questo mondo?
Dopo aver camminato sulle dune del deserto del Wadi Rum in Giordania ho avvertito l’esigenza di ritornare sui miei passi e di cancellarne le impronte lasciate in quel luogo. Un desiderio di vivere l’esperienza del viaggio senza necessariamente lasciare una traccia di me e del mio passaggio. Come a voler ripristinarne l’autenticità liberandolo da ogni possibile testimonianza della mia presenza. Forse è solo un goffo tentativo di riavvolgere il nastro del tempo provando a restituire l’integrità di quel luogo per coloro che lo attraverseranno dopo di me. Questa mia performance nasce come risposta alla sovrabbondanza di protagonismo che contraddistingue il nostro tempo. Di fronte ad una spasmodica sovraesposizione, dove ciò che conta è lasciare un segno di sé in questo mondo che si riduce spesso nel solo gesto di scattare e instagrammare qualsiasi cosa per poi disperderlo nell’etere del web, sento il desiderio di fare un passo indietro. Di fare un viaggio a ritroso, di fare ritorno a… “casa”, attraverso le mie tracce che ho lasciato e che ho opportunamente cancellato, potendo così vivere intimamente l’esperienza del mio passaggio nel rispetto del luogo che mi ha accolto. Cosa resta allora di noi se non le carezze che abbiamo dispensato e che come tracce invisibili hanno desiderato, amato, consolato, imprimendo negli altri come una plasmata cera, un ricordo indelebile di noi stessi? Senza tracce, come le impronte lasciate nel deserto, destinate a sparire, ricoperte da altra sabbia spostata dal vento che verrà. Nessuna presunzione quindi, di voler lasciare un segno del proprio passaggio che sfidi il tempo se non nel qui e ora”.
Deserti
