OFF SITE / NOT IN PLACE

04 – 28.07  |  2013
MAC – Museo d’Arte Contemporanea di Lissone

Off site / Not in place #3:
C’è una piccola radice che, se la masticate, vi spuntano le ali immediatamente
selezione di video d’artista, a cura di Cecilia Guida.
Un progetto nell’ambito di “Off site / Not in place”, una collaborazione tra MAC e Viafarini DOCVA.

Dopo il MACRO di Roma, arthub.it esce, ancora una volta, dallo spazio della rete e viene presentato all’interno della video room del Museo d’Arte Contemporanea di Lissone con una selezione di video d’artista che cambiano ogni settimana per quattro settimane, per dare visibilità alla quantità e varietà dei lavori degli artisti presenti nell’archivio online.
Il titolo di questa selezione di video d’artista è tratto da ‘Gli Uccelli’ di Aristofane, commedia considerata un’opera di evasione che libera la fantasia attraverso il ricorso a una tribù interrazziale e ludica di uccelli parlanti e umanissimi. L’opera, pur non prendendo di mira nessun personaggio pubblico o problema sociale della Atene di quei tempi, presenta una trama fantastica e attentamente strutturata, e, con uno stile che mescola l’elegante e il kitsch, è capace di affrontare temi anche complessi e dolorosi con una leggerezza che permette di credere ancora nel potere irriducibile dell’immaginazione, del possibile e dell’altrove.

In una realtà spesso dominata dalla pesantezza dei fatti quotidiani, dalla rigidità degli schemi e dal vortice asfissiante degli impegni, questa commedia senza tempo è lo spunto per la costruzione di uno spazio fragile e sognante, tratteggiato da una sequenza di video che hanno la leggerezza come filo conduttore. Leggerezza intesa come piega dello sguardo, modo di osservare le cose del mondo, che segnala le distanze, ma propone, allo stesso tempo, nuovi terreni di incontro. Leggerezza intesa anche come forma e come contenuto dei video scelti: perché nati da pensieri estemporanei o da momenti inaspettati, presentandosi come improvvisazioni spontanee dai risultati inediti e originali; perché combinazioni di immagini in movimento e di testi o di dialoghi interiori, che, pur non seguendo sempre le fasi standard di progettazione dell’opera e sviluppandosi a partire da un input esterno o da uno più intimo, riescono a trasmettere un’esperienza di vita; perché frammenti sparsi di ricerche artistiche più ampie e articolate; perché sperimentazioni libere e senza regole del mezzo video; e, infine, perché sorte di saggi visivi, più o meno brevi, su temi svariati che vanno da quelli privati a quelli globali, sociali